Per Stan

Come un fulmine a ciel sereno, in un momento di grande esaltazione e aspettative per la Marvel, la notizia più infausta:  la  perdita della mente che ha contribuito a dare il via a tutto questo, prima di tantissimi altri. Direttamente dalla sua mente sono nati personaggi grandiosi, e proprio di uno di questi, ne parleremo oggi . Era d’uopo, per noi della redazione comics, non solo iniziare questa lunga catena di recensioni con uno dei suoi (e parimenti chiuderemo con i suoi F4 ) ma era importante aggiungere questo piccolo paragrafo commemorativo. Perché proprio ora che non c’è più, è necessario renderlo eterno, proprio ora che la Marvel ha preso nuova linfa vitale, bisogna amarla. Far conoscere alle future generazioni queste grandi icone. Non perché siano belle (e lo sono), colorate (e sono anche questo), ma perché propugnano valori che vanno difesi: da grandi poteri derivano grandi responsabilità diremo oggi, ma perché non parlare anche degli xmen e del rispetto per il diverso? i valori tradizionali di Cap? l’importanza della scoperta o della famiglia nei fantastici 4? Ad oggi, la Marvel propone molti personaggi femminili, spesso rompendo ogni stereotipo di genere che ancora alberga i noi; barriere religiose superate con la nuova miss Marvel, il retaggio della nuovissima wolverine, il sacrificio e l’umanità della potente thor. In queste nuove “generazioni” vive Stan e noi abbiamo il doveroso compito di mantenerle vive, forse contribuendo all’esistenza di un mondo migliore.

Lo spillato

un 80 pagine a 3,90 euro, quindicinale. Lo stesso formato di sempre su Spider-man. Nelle future recensioni, potremo assistere a numerose novità editoriali da parte di panini comics, ma spider man, per via della sua lunghissima tradizione  nostrana, non conosce stravolgimenti. Un ricco contenitore di serie, in cui però – solo in questo primo numero- ci sono degli assenti: il clone Ben Reilly e la seconda serie dedicata a Peter, Spectacular spider-man. In questo primo numero le storie non mancano, facendo il bis tanto di Amazing Spider-man (un primo numero che conosce due parti), tanto di Spider-man, serie che narra le gesta del giovane Miles; qui presente, oltre che con il regolare numero, da un annual molto fine a se stesso e di cui in verità non si parlerà. Di grande impatto è la  spettacolare copertina, fronte retro di Ryan Ottley, artista regolare della serie che qui ci propone rapidamente una sua interpretazione, e caratterizzazione, dei personaggi più centrali della serie e che  nel corso della gestione Spencer, vedremo aver un ruolo notevole.

Amazing spider-man

dopo una lunghissima gestione Slott, il testimone passa a Nick Spencer, il quale, in ogni caso, ha potuto beneficiare di uno spider-man che già ha conosciuto un processo di normalizzazione da parte dello stesso Slott nel corso della fase editoriale legacy. Non più il milionario proprietario di aziende, non più armature costose e veicoli spesso imbarazzanti, ma il classico spidey di quartiere con un tuta rattoppata, con pochi soldi in tasca e che di recente (seppur per poco) è ritornato nel mondo del giornalismo. Se le promesse di Spencer riguardavano una serie a 360 gradi che avrebbe posto centralmente tanto l’eroe quanto l’uomo, tanto i drammi super eroistici tanto quelli quotidiani, le vecchie fiamme, le nuove delusioni ecc. tutto ciò è presente al massimo livello in questo primo numero. Un inizio che ha sì un momento super eroistico, ma è del tutto decentrato, andando a dare decisamente più spazio a Peter, che proprio in queste prime pagine della sua nuova serie conosce, una miriade di nuovi problemi. un binomio risulta essere centrale in questa prima lettura: abbandono/ delusione. tanto uno spider-man (a causa di Fisk) tanto un Peter (potremmo dire a causa di superior spider-man) si sentiranno abbandonati, sentiranno di aver procurato enormi delusioni alle persone care e ai “colleghi”. una delusione di fondo, incardinata in un espediente narrativo che rasenta la genialità: senza fare spoiler, Spencer riesce a porre le basi per un Parker nuovamente alle prese con l’università, con i corsi, con vecchi amori (con un clamoroso momento), che avrà a che fare con due coinquilini (di cui uno è un super criminale molestissimo). Il tutto non può che ricordarmi una comedy da college. Questo decentramento dell’eroe a favore di Peter, l’essere alle prese con un coinquilino difficile, una sua propria debolezza che si farà manifesta nelle ultime pagine risolta dal suo “salvagente” dai capelli rossi, accompagnano una narrazione in stile diaristico. Peter, fuori campo,  ci narrerà le delusioni tanto nella sua vita privata tanto in quella segreta; senza un ordine cronologico, e in modo assai intimo e colloquiale. Andando a rassomigliare, anche in questo, a determinati topòi di una comedy teen. come si è detto, il primo numero si divide in due parti, e se il finale della prima parte ci procura feels a profusione, il finale della seconda è un “wtf?” quanto basta. Insomma, chiudendo l’albo saremo tanto inteneriti quanto sorpresi, con un ritorno in grande stile di Mysterio e di Lizard, in ruoli assolutamente non scontati. Spencer mantiene solidamente le sue promesse, restituendoci un primo maxi numero in due parti che ha proprio tutto. l’aspetto super eroistico, pur in una dimensione decentrata, ha il fondamentale ruolo di esser ponte fra le due parti di questo numero che ci restituisce un Mysterio molto tormentato che avrà delle ripercussioni future. Una narrazione ottimale, dei dialoghi solidi che non vogliono strafare nelle battute, e sono presenti quanto basta nei momenti più “pesanti”. una sceneggiatura funzionante accompagnata da matite mai banali, ed una caratterizzazione estetica dei personaggi spesso magnifica. Probabilmente, parlando dal punto di vista grafico, qui è presente il mio Lizard preferito. un Ottley virtuosissimo che non si perde però in una staticità scultorea da scuola, ma conosce tanta dinamicità ed uno stile – seppur spigoloso- sempre piacevolissimo. Dalle iconiche e notevoli pose di spider-man, ad una splash page superlativa, esse accompagnano la già citata copertina nei best moment dell’artista in questo primo numero.

Spider-man

Più brevemente, parlando di questa serie che vede per protagonista Miles Morales, in questo ultimo arco narrativo  di Brian Michael Bendis prima di lasciare la marvel, si può sottolineare un importante ritorno: quello dei sinistri sei. sì, ma non i classici bensì i “Nuovi”! Si può facilmente osservare come, ogni singolo membro, rassomigli e corrisponda alla controparte dei sinistri originali (esclusione fatta per l’uomo sabbia che è l’unico membro storico in questa formazione). interessante anche il ritorno dell’armatura di “iron spider” (Civil War) in vesti molto più oscure. Generalmente sono restio a queste imitazioni. Credo, infatti, che Miles debba comunque avere una identità propria anche per quanto riguarda le nemesi. Però non posso che fomentarmi scoprendo, a fine numero, il volto del  leader di questo team (con armatura iron spider, parallelo ad Octopus) e di come sia connesso al protagonista in modo fondamentale. Il tutto si immerge in un panorama da teenager vero e proprio, non come Peter che sembra voglia ritornarci, qui davvero avremo a che fare con uno spidey, che fra compiti in classe, prime cotte e prime gelosie, troverà il tempo di picchiare qualche cattivone e scorrazzare con gli amici. Un buon comprimario alla serie principale, che da questo numero lascia intravedere una onorevole chiusura della gestione Bendis (padre poi del personaggio), in attesa del restart di questa serie, in cui riverso moltissima fiducia.

Note critiche

Non molte da rilevare. in alcuni momenti di Amazing avrei preferito dei ritmi maggiormente incalzanti nella narrazione, ci sono stati punti in cui l’ho percepito lento, e se la caratterizzazione grafica mi è piaciuta molto ci sono stati almeno due casi in cui non è stato così: il più clamoroso con

Brian Michael Bendis mentre mostra la sua enorme conoscenza del linguaggio giovanile

Mary Jane. In cui, in specifici momenti con Peter, lo stile di ottley non mi ha restituito quel giusto mood che sarebbe dovuto esserci, la meno clamorosa Jessica jones, che però mi ricordava Ellen Ripley di Alien, anziché Krysten Ritter.

Per spider man ho trovato i dialoghi di Bendis, associati alla comitiva di Miles, fin troppo stereotipati e caricaturali. Esasperatamente gergali e delle volte in modo inverosimile, generando un effetto piuttosto fastidioso.

Conclusione

Un primo numero di Amazing davvero brillante, che fa quello che deve fare e anche qualcosina in più. Ottima colorazione, storytelling piacevole, espressività quanto basta, in tutto e per tutto un’intima pagina di Diario del nostro Peter. Un ottimo periodico per chi voglia conoscere un po’ tutto ciò che riguarda gli spider- man (per vederli tutti, prendete qualche altro numero!).

-Una perla di Spencer va infine rivelata:

il mio problema non è fare la cosa sbagliata, ma non fare la cosa giusta

una frase che ha dato il via a Spider-man e che qui, in modo più circoscritto, riapre le sue imprese dal numero 1

 

-continuerai a leggerlo ?

senza alcun dubbio.

 

Spider-man 1

3,90 €
7.6

Sceneggiatura (Amazing Spider-man)

8.0/10

Disegni (Amazing Spider-man)

7.9/10

Sceneggiatura (Spider-man)

7.0/10

Disegni (Spider-man)

7.5/10

Pros

  • Numero molto intimo e personale, come dovrebbe essere una serie su spider-man
  • interessanti premesse per il futuro di Peter Parker
  • il ritorno di un vecchio amore...
  • ...e di un vecchio professore
  • Uno spillato che fa al caso vostro se volete conoscere tutto ciò che riguarda il web-universo

Cons

  • 'Spider-man' meno all'altezza di 'Amazing', almeno in questa ultima fase di Bendis, ma presto anche 'Spider-man' conoscerà il suo restart
  • Dialoghi artificiosi in quest'ultima serie

Zeno

Laureato in filosofia, maestro d'ascia e immenso mentitore. Passa le sue giornate ad acquistare fumetti che forse un giorno leggerà e mai recensirà. Fra le altre cose è degno di sollevare mjolnir, ha un anello delle lanterne verdi nel cassetto ed è il cugino di Hegel.