Alcune cose cambiano, come il formato dei nuovi spillati italiani, l’identità di Thor o addirittura il suo sesso, ma altre non cambiano: Jason Aaron. L’artefice del destino di Thor dal novembre del 2012. Dopo esattamente sei anni, non si può certo dire che non sia successo niente. Thor ha perso il braccio, il martello, la dignità… per poi riacquistare tutto? No. Almeno una delle tre? No. Se ci sono evidenti ragioni per le quali mantenere uno stesso autore è cosa buona e giusta, d’altra si vedrà come inevitabilmente questo porti a qualche problema nel definire questo primo numero un vero restart.

Lo spillato

quel che abbiamo dinnanzi è un mensile da 3,5 euro, che eccezion fatta per questo primo numero, conoscerà un prezzo di 2 euro. Infatti, si presenterà con una foliazione da 24 pagine, ma con un apripista – che come è accaduto con il primo numero di Amazing spider-man – composto da due parti. Un primo numero che conosce due facce: una prima storia ambientata ai giorni nostri in perfetta continuità con la chiusura della precedente serie, disegnata da Mike Del Mundo (avengers), la seconda è ambientata ai confini nel tempo con Thor ormai sempre più simile al padre nell’aspetto e nel suo ruolo, disegnata questa volta da Christian Ward (black bolt), il secondo artista regolare della serie.

Perché leggerlo

la copertina di Del Mundo sintetizza quanto si evincerà nella lettura: tanti martelli. Davvero tantissimi. Per chi ha letto la precedente serie di Thor, conoscerà senz’altro la gloriosa fine di Mjolnir; per chi non lo avesse fatto, sappiate solamente che non è più disponibile nel catalogo dell’armeria asgardiana. Armeria, che in verità, è propriamente esplosa; il che da il ‘La’ a questa storia che, solamente nella sua impostazione generale, vuole essere autoconclusiva. Non siamo infatti dinnanzi ad una storia come quella del restart di iron man o di spidey; qui abbiamo in verità un primo capitolo (che in realtà ne è un ennesimo) di un lungo progetto di Aaron. fin dall’inizio della sua gestione di Thor, ancor di più con Jane Foster ad occuparne il ruolo, si sono gettate le fondamenta di quello che sarà un vero e proprio evento Marvel. Proprio oggi, provvidenzialmente aiutati da Odino, siamo venuti a conoscenza dell’annuncio ufficiale. il prossimo evento riguarderà la guerra dei dieci regni. Un motivo per seguire questo restart di thor ?  la possibilità di percorrere una corsia più che preferenziale per comprendere  quello che ci appare come un raro evento fantasy della casa delle idee. Venendo però alla storia in sé, abbiamo a che fare con una comicità che forse vi ricorderà il terzo film dedicato al tonante, senza però deleteri eccessi. Infatti, essa è circoscrivibile alle prime fasi della storia. Un Thor depotenziato, indegno, una macchietta in cerca di martelli che non è solo questo; vi è tanta voglia di ricominciare, di percorrere quella via per tornare ad esser degni (ne abbiamo parlato in un altro articolo). Uno Humor molto funzionante, in una storia in medias res, con una narrazione squisitamente cinematica; il tutto accompagnato da dialoghi sempre funzionanti. Aaron, ormai rodatissimo su un linguaggio dai sapori anacronistici, altisonanti ed epici anche quando non è necessario, creando anche in questo situazioni comiche (il che non è passato in sordina ai Big marvel, che immediatamente hanno scelto Epic Jason come prossimo sceneggiatore di Conan il barbaro). D’altra parte, ci saranno anche espressioni più “Umane”, come un Thor che fra sé e sé non desidererà altro che un “drink” e non dell’idromele sorseggiato da un teschio di troll. il che non tradisce il personaggio, ma anzi ne evidenzia una naturale dimensione umana, in un Dio che da millenni bazzica midgard. Aaron si sforzerà molto, con vari espedienti, per introdurvi quanti più elementi possibile senza cadere in una fastidioso tono didascalico. Se non avete letto la precedente serie, più di qualche volta vi chiederete il perché di un certo stato di cose, o chi è quel cane parlante, ma insomma nulla di realmente essenziale e che sicuramente nel corso della serie verrà ben introdotto. I disegni sono al top. Così come accadeva con Ottley e Schiti, anche qui abbiamo due disegnatori che si concentrano molto sull’espressività. Sapiente uso dei colori da parte di Del Mundo che accompagnano tavole davvero particolari, con un notevole uso della messa a fuoco selettiva che donerà la possibilità all’artista di costruire degne soluzioni narrative. Ward, dal canto suo, nella seconda storia non è da meno; dominando totalmente una dimensione tanto epica e fantasy quanto cosmica, con una colorazione sempre calzante, tanto per le situazioni spaziali tanto per i focolari. Entrambi i disegnatori sono adattissimi ad un tipo di narrazione che tocca il divino, l’epico e il puro fantasy, crocevia qual è il nostro Thor. Queste dimensioni ci sono tutte in queste pagine, con un Thor che incarna realmente il ruolo del dio padre, patriarca di una comunità umana appena ricostruita, forgiatore di vite, similmente al padre ma molto più umano. Una seconda storia che ha un finale assurdo, davvero; che vale da solo la lettura di questo ulteriore capitolo.  Evitando spoiler, posso dirvi che tre sono gli elementi centrali di questo secondo filone narrativo (che sovente ritornerà, occupando il posto della narrazione principale): Morte, resurrezione e un aldilà svanito nel tempo. tre concetti che si picchiano fra loro, va detto. In una doppia constatazione drammatica  di Thor si getteranno le basi per il futuro (molto futuro) della serie: l’aldilà non c’è più, nessuno paradiso. Ah….l’universo sta anche morendo.

Note critiche

come si è detto l’unico difetto di questo primo numero è il fatto che fino in fondo non è un vero restart, si pone in assoluta continuità con la precedente serie poiché l’intera gestione più che quinquennale, è un unico gigantesco mosaico. Alcuni riferimenti non li capirete se questo è il primo albo di Thor che aprite, ma tutto ciò di essenziale e fondamentale per godervi la serie è perfettamente introdotto. Non è necessaria alcune lettura ulteriore, ma sappiate che questo restart va ad aprirsi alle porte di una guerra lungamente ponderata e costruita. Insomma, siete arrivati giusto in tempo in sala per assistere al grande spettacolo, con o senza i preamboli. A livello grafico nulla da rilevare, se non qualche volto di contorno spesso tropo abbozzato in Ward.

Conclusione

Un Thor che prende botte continuamente, ridicolizzato, in alcuni tratti comico, in altri rabbioso, in altri ancora pieno di volontà; è un Dio che deve fare i conti non solo con Troll, manufatti asgardiani da ritrovare, martelli da commissionare ecc. ma innanzitutto con se stesso, con la propria famiglia a pezzi ed una Asgard parimenti distrutta. Una guerra alle porte, protagonista di un futuro evento, e che ha come cardine il principe di asgard in cerca di riabilitazione. tutti i riflettori sono puntati su di lui. In un’unica serie leggeremo tanto di un Thor spezzato e indebolito tanto di un Thor che si erge a Re del cosmo. Un dualismo stridente che merita di esser letto.

-continuerai a leggerlo?

Puoi scommetterci la barba ghiacciata di Ymir che lo farò!

Thor 1

3,50 €
8

Sceneggiatura (prima storia)

8.0/10

Sceneggiatura (seconda storia)

8.0/10

Disegni (Del Mundo)

8.0/10

Disegni (Ward)

7.8/10

Pros

  • Ottimo comparto grafico
  • Una serie che va letta in vista del prossimo evento Marvel
  • Un Thor che cerca un modo per riabilitarsi
  • Un affascinante intreccio fra presente e futuro che permeerà i prossimi numeri

Cons

  • Non è fino in fondo un Restart

Zeno

Laureato in filosofia, maestro d'ascia e immenso mentitore. Passa le sue giornate ad acquistare fumetti che forse un giorno leggerà e mai recensirà. Fra le altre cose è degno di sollevare mjolnir, ha un anello delle lanterne verdi nel cassetto ed è il cugino di Hegel.