Quest’articolo è stato pubblicato originariamente ieri sulla nostra pagina Instagram mondo_sequenziale.
Colgo l’occasione di questo 31 ottobre per parlarvi di una delle storie più belle mai scritte di Batman, sicuramente nella mia top 5 del Cavaliere oscuro, una storia che ha ispirato Nolan per la sua trilogia: parliamo di Batman: Il lungo Halloween.
Scritta fra il ’96 e il ’97 da un team stellare, il quale, ha costruito una sensazionale trilogia di cui il lungo Halloween rappresenta il capitolo centrale e l’epicentro: Jeph Loeb e Tim Sale. Un duo che ha realizzato tantissime perle, anche per la concorrenza, come Spider-Man Blue, per dirne una.
Di cosa stiamo parlando? Di una storia horror ? Non esattamente, è un giallo. Una storia di detective. Batman è il più grande detective del mondo, no? Sì, però qui siamo catapultati nel suo primo anno da crociato oscuro. È inesperto e compie errori. In poche altre storie vediamo un Batman così fallibile e umano.
Chi deve smascherare? Una minaccia inedita, un serial killer che uccide solo nelle festività. Chi è? Beh, non è due facce. Come lo so? Perché questa, fra le altre cose, è anche una storia molto drammatica delle sue origini.
Prima di essere un criminale, era un procuratore distrettuale con una amata moglie (avente un ruolo importantissimo qui e non solo nel suo voler umanizzare Harvey), che in questa storia formerà un meraviglioso triumvirato con Batman e Gordon (Nolan?). Per un intero anno, attraverso tutte le singole ricorrenze di un calendario statunitense, seguiremo Batman in questo mistero. Fra lieti natali, ringraziamenti e cupe ricorrenze per il nostre protagonista, come può essere una “festa del papà”.
Questi omicidi, come se non bastasse, coinvolgono la famiglia più mafiosa di Gotham: la famiglia Falcone, dandole – inevitabilmente – un ruolo di primo piano.
Possiamo immaginare come, durante un intero anno a Gotham, ne succederanno di tutti i colori, con l’inevitabile presenza di pressoché ogni nemico storico di Batman. Lo Spaventapasseri, il Joker (affetto da “gelosia” per questo nuovo criminale), Calendar Man (primo sospettato, dato il comune interesse per le ricorrenze) e tanti altri.
E Catwoman? Perché è importante sottolinearla? Beh, perché in questa storia scoprirà se stessa e le sue vere origini, dando vita in seguito ad un “quarto capitolo”, scritto dai nostri autori, che la vedranno in viaggio per Roma; o forse perché qui si sono poste le basi per la relazione amorosa (Nolan?) fra Bruce e Selina. Con lei (e così anche Bruce), mai così divisa fra bene e male, se stessa e l’amore per Bruce. Giustizia e illegalità. Un anno a Gotham sono come 30 anni in una città normale, succede qualsiasi cosa. Una storia densa, intricata, intima, struggente, che vi farà soffrire. Un Tim Sale super in forma nelle sue tavole imponenti e mai banali. Una considerazione importante anche per la colorazione, che nelle limitazioni tecniche di quegli anni, donava colori netti, poveri di sfumature ma si ponevano come immensi dispensatori di un piacere vintage ormai perso nelle onnipotenti mani del digitale. Ogni tavola restituisce tranquillità e semplicità, un calore di indescrivibile bellezza che si sposa magnificamente con le linee di Sale.
Perché leggerlo? Perché non potete non farlo.
Laureato in filosofia, maestro d’ascia e immenso mentitore. Passa le sue giornate ad acquistare fumetti che forse un giorno leggerà e mai recensirà.
Fra le altre cose è degno di sollevare mjolnir, ha un anello delle lanterne verdi nel cassetto ed è il cugino di Hegel.