Alto, biondo, occhi azzurri, re di Atlantide e di 2/3 del pianeta…è uno sfigato!
Il Curioso caso di Arthur Curry alias Aquaman. C’è chi ringiovanisce invecchiando e chi è tanto più sfigato quante più qualità figheggianti possiede, ma come può essere accaduto? Sicuramente il look anni 70′ ha influito: Un trittico poco lusinghiero fra Fred di scooby doo, un pupazzo playmobile e un beatles ossigenato. Qui ho voluto proporvi la versione più attuale di Sejic perché voglio farvi sorridere anziché ridere. Ridere come ridono coloro che si trovano a pensare al potere di aquaman e a immaginarne scenari imbarazzanti. Perché si, l’idea di un uomo che parla con i pesci fa ridere, ma le cose stanno davvero così? No, secondo il più recente sceneggiatore di aquaman: Dan Abnett ( guardiani della galassia, Ercole, Titans). L’autore, in uno spumeggiante prologo, gioca continuamente con gli stereotipi legati al Re delle orate. In 24 pagine, oscillanti come onde, fra un piano narrativo e meta narrativo si rivolge direttamente ai lettori, dicendoci in sostanza: ” voi lo avete sempre preso in giro, ma ricordatevi che potrebbe ucciderci tutti. I 2/3 del pianeta sono nelle sue umide mani “. Sempre il simpatico Dan ci smonta il famoso pregiudizio citato: non parla con i pesci, non potrebbe neanche volendo. C’è una cosa chiamata ” capacità cognitiva ” manchevole nel suoi ” sudditi”. Il re di Waterworld (ops, Atlantide) non fa altro che direzionare telepaticamente le loro esistenze in modo prelinguistico.
Come so io, e come sa ancor meglio Abnett, questo stereotipo non nasce dal nulla (e anche su questo ci gioca tanto), ma da anacronistiche versioni del personaggio.
Nei tempi in cui non ci prendevamo tanto sul serio (sì, erano i tempi di aquaman playmobile, venduto con kraken incluso).
fatevi un piacere e recuperatevi questo piacevolissimo prologo.
Aquaman rebirth, disponibile in Italia in Flash rinascita 1 edito dalla Lion.
Si ok, ma lo scopo di questo articolo qual è? Dare uno scranno ad Aquaman nelle Nazioni Unite?
Non esattamente, ciò che voglio fare in questo articolo è esporvi tre fantasmagoriche e supercalifragilistichespiralidose (mi credete se vi dico che non l’ho copiato da google? no eh? fate bene) ragioni per leggere Aqua-Figo-man
Son tre ragioni solo tre vedrai…
1) La fighissima Atlandite
Innazitutto stiamo parlando di Atlantide…e che kraken! Cosa c’è di più figo di una città sommersa, una città mitologica ma anche aliena ( no aspetta, fammi capire).
Sì lo so, è comunque una civiltà “terrestre” ma leggendo le avventure di Waterman e Supervista (ops, scusate di nuovo) vi renderete conto che sembra di entrare in contatto con qualcosa di molto simile ad una civiltà aliena. Tecnologia futuristica ben saldata con elementi mitologici e magici. Un riuscitissimo matrimonio fra fantasy, fantascienza e mitologia. Un crocevia che ho già accomunato a quello presente in Hawkman. La serie legata ad Aquaman, per sua natura, è sommersa (letteralmente) da elementi di natura politica, istituzionale e sociale. Non si può parlare del re di una città senza parlare della sua città. Perciò, molto spesso, conoscerete i costumi di questi strambi atlantidei, le loro usanze, qualcosa in merito alla loro lingua, alla loro magia, al loro credo e alle interessantissime gerarchie militari. Leggere Aquaman, quindi, significa leggere di un popolo e non rimanere ancorati solamente ad una paludosa dimensione supereroistica, che in questo contesto, risulta più che mai castrante.
2) Il Re dei mari
È indiscutibile, per quanto detto precedentemente, che leggere Aquaman significa avere un punto di vista insolito per un fumetto supereroistico. Aquaman è un super eroe, un metaumano, un membro della justice league ma è sopratutto un monarca. Avete idea di quante decisioni debba prendere ogni giorno? Sì, se siete monarchi o atlantidei. No, se non avete mai dato una possibilità al nostro tritone senza coda. Non sempre una sua storia avrà una struttura supereroistica: molto spesso dovrà confrontarsi con problemi di natura politica. Superficie e civiltà sommersa, infatti, sono come due fuochi ( ironico, vero?). Usurpazioni, ambasciate atlantidee in superficie, antichissime credenze e premonizioni infauste, consigli di guerra, cellule anarchiche, tutti problemi che il biondone con il tridente ( e senza martello) affronta quotidianamente. Un punto di vista interessantissimo da leggere, per chi è stanco della solita narrazione supereroistica che spesso non sa uscire dai suoi schemi.
3) Un uomo spezzato
Un monarca, un super eroe ma anche metà umano e metà atlantideo. Frutto dell’amore di una regina per un guardiano del faro, ecco chi è il piccolo Arthur. Nato sulla costa, punto di incontro di due realtà. Ora Re, si trova a dover conciliare i suoi due amori. Come ben dice Abnett ” deve proteggere la terra dalla furia dei mari e i mari dalla cupidigia della terra”. Un uomo considerato un estraneo in ogni luogo in cui va: un respira aria per gli atlantidei ed un alieno per i terrestri. Un uomo che, nonostante tutto, fa qualsiasi cosa per farsi accettare ma spesso, anteponendo il suo sogno di riconoscimento, mira alla sola ( e complessa) pace globale.
Diviso, spezzato, alieno. Un ossimorico Re senza casa.
Ecco chi è davvero Aquaman. Un monarca non totalmente accettato se non fosse per il suo leggendario potere (ebbene sì, la differenza culturale fra noi e atlantidei, è che, per loro, una simile capacità è un segno del destino), un uomo non totalmente tale. Solo, nonostante abbia un regno, ma è totalmente solo? No, per fortuna ha Mera. L’amore della sua vita. Due metà, divise e non accettate, che si trovano e amano semplicemente.
Il mio articolo finisce qui e spero di avervi fatto amare almeno un po’ questo personaggio sfigatissimo ma con un potenziale oceanico. Noi ci leggiamo al prossimo articolo, a risentirci!
Sì ma è comunque uno sfigato
Tu sei uno sfigato!
Laureato in filosofia, maestro d’ascia e immenso mentitore. Passa le sue giornate ad acquistare fumetti che forse un giorno leggerà e mai recensirà.
Fra le altre cose è degno di sollevare mjolnir, ha un anello delle lanterne verdi nel cassetto ed è il cugino di Hegel.