Sono passati 5 anni da quando, nel 2013, venne rilasciato il primo capitolo della nuova trilogia di giochi dedicati a Lara Croft. Dopo due episodi di ottimo livello, le aspettative intorno a Shadow of the Tomb Raider erano sicuramente alte. Quella a cui abbiamo potuto assistere nei primi due titoli è infatti una concatenazione di opere ben studiate dal punto di vista delle meccaniche e dell’ambientazione, con diversi picchi raggiunti anche a livelllo narrativo. La domanda che dovremmo porci attualmente, dunque, è: l’ultimo capitolo della serie è riuscito a concludere degnamente la storia dell’avventuriera più famosa di sempre?

Riguardo Shadow of the Tomb Raider ci sono sicuramente molte cose da dire, si tratta di un titolo godibile ma decisamente non perfetto, una degna conclusione della storia nonostante si tratti del capitolo peggiore della trilogia.

Cominciando a parlare proprio della storia, si può dire che questa non brilli particolarmente per inventiva. Nonostante risulti assolutamente godibile nonostante la quasi totale assenza di colpi di scena, il vero problema narrativo di Shadow of the Tomb Raider sono alcuni passaggi mal spiegati o poco chiari, i quali vanno a generare dei buchi di trama che infastidiscono l’utente. Parlando genericamente e senza fare spoiler, ci saranno dei momenti in cui Lara sarà costretta ad affrontare delle strade complicate e ricche di sfide per raggiungere dei luoghi nascosti o proibiti, dimostrando così quasi di “essere degna” al raggiungimento di tale luogo. I personaggi secondari, invece, prenderanno delle strade comode e si faranno trovare già sul posto senza la minima spiegazione.

Altre scelte sono ugualmente discutibili e palesemente eseguite al puro fine di forzare la trama, come situazioni in cui ci troveremo impossibilitati dal gioco a utilizzare le armi contro nemici provvisti di semplici spadoni, costringendoci alla fuga. Persino la scena finale risulta poco chiara, perdendo totalmente la carica emozionale.

Il secondo problema che affligge in molte situazioni questo titolo è il level design. Sia chiaro, in Shadow of the Tomb Raider, generalmente, è stato fatto un ottimo lavoro di level design, specialmente per quanto riguarda le fasi stealth e di arrampicata -seppur con mappe un po’ troppo lineari- . Il dilemma persiste però nelle fasi dinamiche in cui ci troveremo a correre senza possibilità di riflettere troppo sulla direzione da prendere: capiterà che alcuni appigli o passaggi siano posizionati in modo controiuntuitivo rispetto a quelle che potrebbero essere istintivamente le scelte del giocatore, rendendo così poco leggibili le possibilità di percorso.

In altri frangenti, Lara non potrà scavalcare alcuni cancelli di legno alti poco più di lei, venendo costretta a fare un giro più lungo. La cosa risulta stonare, considerando che passa l’intero gioco a scalare montagne.

I punti di forza di questo titolo sono sicuramente due: l’ambientazione e le meccaniche. Le location in cui ci ritroveremo a giocare sono semplicemente superbe, o meglio, l’atmosfera che ne consegue risulta essere a tratti magnetica, invitando il giocatore a proseguire per il puro gusto di immergersi nel clima proposto. Per quanto riguarda le meccaniche di shooting e arrampicata, nonostante queste non si siano pienamente svecchiate dal precedente capitolo -quasi per niente, in realtà-, risultano comunque ben pensate, capaci di regalare al fruitore ore di divertimento nel portare avanti l’avventura.

Ad arricchire ulteriormente le ambientazioni mozzafiato è sicuramente la grafica del titolo: questa risulta pulita e al passo con i tempi, sicuramente al livello dei principali giochi dell’attuale generazione. L’unica finezza tecnica non in linea con il prodotto è il lip sync nell’adattamento italiano: ci saranno delle frasi pronunciate con bocca totalmente chiusa anche per diversi secondi.

L’ultima osservazione è riservata sicuramente agli obiettivi secondari: le tombe e side quest. Mentre per le prime gli enigmi risultano costantemente piacevoli da risolvere e ben distinti, coerentemente con quanto visto nei capitoli precedenti, per le missioni secondarie assegnate dagli npc non si può decisamente dire lo stesso. Quasi tutte le richieste si riducono al muoversi da un punto A ad un punto B, prevalentemete per motivi totalmente fini a sé stessi. La voglia di progredire l’attrezzatura e le abilità di Lara sicuramente non aiuta, dal momento che l’intera opera ha complessivamente una difficoltà bassissima anche ai livelli più alti.

Tirando le somme, si può dire che Shadow of the Tomb Raider sia una degna conclusione della trilogia, pur essendo il peggiore dei tre capitoli. Le meccaniche ben studiate e l’atmosfera magnetica del titolo riescono a sopperire alle mancanze narrative. Nonostante la scarsissima varietà di side quest, le tombe opzionali riescono comunque a essere degli spunti interessanti per i giocatori. Tutti coloro che hanno giocato i primi due episodi non possono certamente lasciarsi sfuggire neanche questa avventura.

Shadow of the Tomb Raider

7.9

Storia

7.5/10

Ambientazione

9.0/10

Grafica

9.0/10

Meccaniche

8.0/10

Obiettivi secondari

6.0/10

Devix

Cresciuto imbracciando ogni sera Gameboy e fumetti durante la visione di un film, ho iniziato a interessarmi ai format dell'intrattenimento fin da bambino, seppur maturando solo più avanti una visione critica. Ad oggi studio in un ambiente che spero mi consenta di confermarmi nel settore, cercando di arrivare a conoscere in maniera sempre più profonda ogni possibile opera; ovviamente sono anche in grado di sollevare il martello di Thor.