Partiamo con la risposta netta alla domanda posta nel titolo: No, chi gioca a Fifa e Call of Duty non rappresenta il male dell’utenza. Eppure, tra i giocatori più accaniti del media si sente spesso gente parlare male di chi fruisce di questo genere di prodotti, arrivando ad avere quasi un atteggiamento discriminatorio. Tralasciando un istante queste due opere in particolare, si può dire che questo tipo di condotta venga adottata nei confronti di tutti coloro che fanno uso di quei titoli considerati parte della spaventosa cerchia dei “Casual Game“. Il comportamento in questione tende a porre in una condizione di superiorità chi evita questa categoria di videogiochi, utenti che arrivano persino a considerare nullo il parere di quei giocatori su tutti gli altri prodotti videoludici; ma analizziamo a fondo la questione.

Prima di definire cosa è esattamente un Casual Game mi scuso in partenza per le numerose ripetizioni di parole, ma è per rendere il tutto quanto più comprensibile.

Cominciamo da un presupposto: pur accettando una classificazione dei diversi generi videoludici, non è detto che chi gioca a Fifa, Call of Duty e simili, sia un casual gamer. Nonostante una grossa parte dei giocatori tenda a evitare come la peste certi prodotti, ci sono anche una marea di utenti che godono dei “Causal Game” in maniera complementare a titoli decisamente più di nicchia. Ciò non fa certo di loro dei consumatori occasionali. Quello che bisogna chiedersi, allora, è se sia l’utente o il gioco a creare la figura del casual gamer.

Facciamo finta che una persona qualsiasi, che chiameremo per comodità Caio, totalmente inconsapevole di ciò che sia un videogioco, decida di acquistare la sua prima console con annesso, ad esempio, The Witcher prodotto decisamente lontano dall’immaginario comune di Casual Game-. Questo neo giocatore resta affascinato dal titolo acquistato, dedicandoci centinaia di ore. Per il resto della sua vita il suddetto utente decide dunque di acquistare ogni singolo capitolo della serie The Witcher, senza mai allontanarsi da essa e senza provare nuovi giochi. A fronte di una pilastro come quello di CD Projekt Red, Caio è o no un Casual Gamer?

Ora, pensando che sia il gioco in quanto casual a creare il casual gamer, volendo accettare uncome risposta, allora dovremmo considerare The Witcher un casual game; accettando un no come risposta, allora anche quei prodotti come Fifa e Call of Duty verrebbero svincolati dalla definizione di Casual Game. La cosa più logica da dedurre è dunque che i Casual Game in realtà non esistano, e che vengano semplicemente confusi con i titoli mainstream. Il Casual Gamer è quindi semplicemente un utente non inserito nel mondo dei videogiochi che fruisce occasionalmente di un qualsiasi prodotto del settore, che sia esso Fifa, Call of Duty, Wii Sport, Super Mario, The Witcher, X-com, Red Dead Redemption o qualunque altro.

Ridefinendo dunque la domanda iniziale, si può chiedere: i Casual Gamer e coloro che fruiscono di titoli mainstream, sono il male dell’utenza? La risposta, ancora una volta, è un grande no. Tutti coloro che amano il mondo videoludico in quanto tale non dovrebbero mai perdere di vista il fondamento su cui si basa il media stesso: la componente ludica, appunto. I videogiochi sono per prima cosa divertimento e intrattenimento, questi sono i principali obiettivi su cui si basa il processo creativo che porta alla loro realizzazione.

Per quanto possa sembrare banale e scontato, a volte ci si dimentica del fatto che ogni singolo utente ha il diritto di scegliere in più totale libertà il prodotto che più lo diverte, senza sentirsi obbligato a selezionare continuamente opere impegnate o da una forte componente narrativa per paura di venire bollato da una nomenclatura usata impropriamente, “Casual Gamer“.

L’esistenza di queste categorie può avere un senso per aituare a identificare una certa tipologia di giocatori, ma la cosa da tenere a mente è che ciò non determina l’esistenza di videogiocatori di serie A o di serie B; semplicemente ci dovrebbe aiutare a realizzare quanto questo media sia variegato, e dovrebbe ricordarci proprio per tale motivo perché lo amiamo così tanto.


Devix

Cresciuto imbracciando ogni sera Gameboy e fumetti durante la visione di un film, ho iniziato a interessarmi ai format dell'intrattenimento fin da bambino, seppur maturando solo più avanti una visione critica. Ad oggi studio in un ambiente che spero mi consenta di confermarmi nel settore, cercando di arrivare a conoscere in maniera sempre più profonda ogni possibile opera; ovviamente sono anche in grado di sollevare il martello di Thor.