Anche per questo 2019 siamo riusciti a mettere le mani sull’ennesimo “Need For Speed: la rinascita“, e puntualmente ci ritroviamo di fronte a un titolo che sfrutta la costanza della schiera di appassionati presentando un titolo che ha davvero ben poco da dire, sia nel genere che nella saga. Need For Speed: Heat mantiene tutti i difetti dei predecessori, sul modello sfinimento, presentandosi come un titolo fin troppo semplice e conservativo.

Le pozzanghere del Frostbite

Lo stile grafico al neon è piacevole ma non troppo performante.

La Palm City disegnata e realizzata da Ghost Games fornisce un discreto colpo d’occhio sia da fermi che in corsa, pur non raggiungendo particolari vette grafiche. Dal punto di vista estetico, il ricorso al neon lancinante e agli effetti di luce garantisce un’effetto complessivo piacevole ma la ripetitività degli ambienti e dei colori fa svanire tutto l’impatto in poco tempo. Il meteo dinamico è, in realtà, forzato a gettare sulle sgommate del giocatore ingenti quantità di pioggia (invero ben realizzata) allo scopo di far brillare i riflessi delle luci , di notte, e dei palazzi durante le fasi diurne. Non è un caso che il Frostbite di DICE e in particolare in Battlefield V, sia il motore più utilizzato per mostrare i nuovi effetti di Ray Tracing delle schede RTX di Nvidia, con le pozzanghere “tattiche” volte a far vedere tutti i riflessi del resto del mondo. In effetti, anche senza Ray Tracing, il sistema di riflessi non se la cava male su PC. I modelli delle auto sono ottimamente realizzati, ricchi di dettagli e splendidi da vedere. Peccato che tutto il resto dell’esperienza non goda della stessa cura, a partire da una vegetazione sempre uguale che appare con brutti effetti pop up solo quando ci si è praticamente sopra.

Task force vs Driver vs Task Force

La narrazione del titolo si caratterizza dall’essere inaspettatamente presente (sì anche l’esistenza di una trama non va data per scontata), e piacevolmente interessante da vedere data la buona regia e la caratterizzazione visiva non male. Need For Speed Heat permette di creare il proprio personaggio che poi vivrà le vicende della storia a prescindere da tutte le caratterizzazioni estetiche che avremo scelto di dargli. Senza dilungarci troppo, nel titolo seguiremo le orme di Ana e Lucas Rivera, due fratelli driver legati a doppio filo alle vicende del loro padre, asso delle corse e famoso nell’underground, e alla volontà di far parte dell’élite dell’ambiente, il tutto mentre una task force della polizia cercherà di porre fine alle corse clandestine una volta per tutte. Sebbene, come già detto, le sequenze siano ben girate e narrativamente interessanti, la trama del gioco non riesce a prendere mai davvero. Non è una brutta storia, ma si accontenta di fare il compitino quando in realtà avrebbe il potenziale per essere ben oltre la sufficienza. Anche il ritmo e la direzione complessiva non è il massimo dal momento che le missioni di trama sono poche e distanti fra loro, oltre a obbligare il giocatore a raggiungere delle soglie di livello che sono tediose da raggiungere.

Autoplay vol.II

Nonostante la volontà di garantire una certa diversificazione fra le modalità di gioco presenti, fra quelle diurne e quelle notturne, durante le 15 ore necessarie per completare la campagna si esegue sostanzialmente sempre la stessa gara contro un’IA ridicolmente facile da battere, se si dispone di un veicolo più performante. Salvo rari casi, nei quali la vettura di testa decide di vincere per forza. le gare scorreranno tutte dominando dal primo all’ultimo minuto, anche doppiando gli avversari. Gli inseguimenti con la polizia, presente solo di notte, sono abbastanza divertenti ma anche qui, tutti molto simili fra loro, tanto che l’esaltazione per una fuga riuscita dura solo entro le prime 2-3 volte. La sensazione di velocità è nel complesso buona, nonostante qualche calo di frame rate sporadico in base alla potenza hardware a disposizione. L’interazione con gli elementi della mappa di gioco è votata all’arcade più intenso, con alberi e pali della luce sradicabili facilmente e solo qualche guardrail o blocco della polizia a limitare la nostra velocità. Le uscite fuori pista sono sconsigliate se si adotta una configurazione da gara, ma per nulla punitive. Va rilevata qualche idea non male dal punto di vista della personalizzazione dei perk attivi e passivi ma senza reali effetti sul gameplay.

Need For Speed Heat, da rilancio della saga sembra più uno spin off vendibile a prezzo budget (ma costa quanto un tripla A), con sia la trama principale che gli eventi “laterali” rispetto al gareggiare in sé. Gareggiare che appare presto monotono e ripetitivo data la facilità di vittoria e la poca sfida offerta dai rivali IA. Se a questo aggiungiamo collezionabili classici che non è divertente recuperare, una città piacevole da vedere ma povera di atmosfere, otteniamo un gioco divertente il giusto da non farlo sprofondare nel totale oblio. Ben diverso da un rilancio della saga per chi ha in mente Underground o Most Wanted.

6.5

STORIA

6.0/10

GRAFICA

7.0/10

DIREZIONE ARTISTICA

6.7/10

ATMOSFERA

6.0/10

GAMEPLAY

6.8/10

Pros

  • Tante auto e personalizzazioni
  • Colpo d'occhio piacevole
  • Divertente...

Cons

  • ...Per poco
  • Troppo facile a normale
  • Concept di gioco noioso

Omega

Laureato in Filosofia, ricerca e difende la Verità anche in campo Estetico.