Quanto è strana la vita, da piccolo odiavo fortemente il personaggio di Topolino (intendo per come veniva rappresentato nei fumetti)  e se mi avessero detto che in una ventina d’anni mi sarei ritrovato a scrivere su una storia di Topolino e a dire che è la mia preferita in assoluto gli avrei riso in faccia. Eppure eccoci qui.

Scritta e disegnata da Corrado Mastantuono e pubblicata il 4 Settembre 2001 nel numero 2388, Topolino allo specchio è una storia che riesce in 35 tavole a destrutturare il personaggio di Topolino mettendolo di fronte all’unico nemico che non è capace di sconfiggere: se stesso.

Ha un inizio semplice: Topolino sta leggendo, seduto su una panchina del parco, la notizia del suo ennesimo successo quando, alzando gli occhi, intravede in lontananza una persona che sembra identica a lui. Scoprirà trattarsi di Troppolino, la sua copia spiccicata se non fosse per qualche piccolo dettaglio che lo rende più spigoloso.

Nelle successive quindici pagine Topolino assisterà alla dissoluzione della sua vita per come l’ha conosciuta fino ad ora. Troppolino prenderà prepotentemente il suo posto sotto ai riflettori, risolvendo i casi più in fretta di lui, sventando uno scippo ai danni di Minni e finendo per esser preferito anche da Pippo e Basettoni come compagno di vacanze.

Eppure Troppolino non sta facendo nient’altro che bene, non ha fatto nulla per essere odiato, ciò che Topolino sta odiando così animosamente è se stesso. Il nome Troppolino è in questo senso emblematico. Egli non è nient’altro che una versione amplificata di Topolino. Anche io (che avevo il sorcio maledetto in forte antipatia) sono riuscito a entrare in risonanza con lui proprio perché in questa storia veniva messo davanti a uno specchio e poteva finalmente vedersi per come io (e molti altri lettori) lo vedevano, ovvero come un insopportabile so-tutto-io.

È chiaro che l’autore vuole in un certo senso spingerci a una riflessione metanarrativa su cosa fosse diventato Topolino in quegli anni: un novello Sherlock Holmes privo di spessore psicologico e molto irritante.

Arrivati a questo punto non racconterò oltre. Perché non importa quale sia il mistero dietro alla persona di Troppolino. È irrilevante sia la sua identità che le sue vere intenzioni. Ciò che conta è che, quando ancora non si poteva che dir bene di questo suo (inconsapevole) rivale, Topolino si sia spinto quasi a compiere un crimine solo per la gelosia. Questo è un Topolino che leggerei volentieri. Un personaggio certamente in gamba, ma con i suoi limiti e le sue meschinità.


Halflie

Studente di fumetto con il vizio dell'università. Bugiardo occasionale e accanito scrittore e sceneggiatore di storie che non pubblicherà mai. Parla fluentemente italiano e inglese. Parla anche un po' di francese, ma soltanto per lanciare insulti a mezza bocca.