Sì lo so, ce la ricordavamo tutti diversamente questa storica citazione marvelliana, ma sapete cosa vi dico? Spider-man è rimasto fermo alle responsabilità perché non è mai stato abbastanza potente da sfrantumarsi le ragnatele! Perché sì, se sei troppo forte ti annoi. A meno che tu non sia Goku e allora che culo! Hai un bastardo dietro l’angolo sempre più forte con la stessa frequenza con cui Poltrone & Sofà propone una nuova offerta “””””limitata”””””.

Un colorito incipit per parlarvi di una questione che da sempre sa accendermi: THE POWER.

Freddure a parte, tutti noi fumettari, giapponerd e serietvdipendenti abbiamo conosciuto i cosiddetti personaggi Op. Quei tizi davvero potenti che molte volte erano antagonisti, qualche volta protagonisti e che in generale, se li avessimo in mano in qualità di sceneggiatori, diremmo: “e mo? Che gli faccio fare a questi?”

Il potere non è problematico solo per gli annoiati protagonisti ma anche per chi ha l’arduo compito di scriverne le gesta. Nessuno ve lo dirà mai (ma se scegliete Mondo sequenziale è proprio per le oscure verità che ogni tanto sappiamo rilevarvi) ma esiste un manuale dello scrittore (pigro) che sa risolvere ogni problema, proprio come Mr. Wolf.

Hai in mano un personaggio troppo forte? E che problema c’è, depotenzialo! Non è mica un espediente becero.

-pagina 1 del manuale

E invece forse lo è, ma dopotutto chi sono io per contraddire il manuale dello scrittore? Venendo a noi, di recente la suddetta situazione mi si è presentata difronte con almeno due personaggi marvel: il Doctor strange e Thanos. Risulta evidente di per sé che stiamo davvero parlando di due personaggi molto potenti, e tanto nella gestione di Aaron per il primo, tanto di Lemire per il secondo, entrambi per un motivo o per un altro si sono rivelati degli sfigati.

Insomma, se un personaggio è protagonista di una serie, ed è normalmente molto forte, l’unico modo per farci una storia è renderlo temporaneamente scarso? No, non è l’unico (brillantissimo) modo. Nel super eroistico un altro abusatissimo espediente consiste nel donare un punto debole. Vi ricorda qualcosa? Vincoli morali? O magari una pietruzza verde? Sì, quest’ultimo è un altro espediente di m**** (per non parlare del legno, originariamente posto come limite per le lanterne verdi oltre al colore giallo, IL LEGNO).

Il già citato Dragonball propone una terza via:

Ehi ehi, ho troppo un’ideona: hai un protagonista troppo forte? Mettigli contro qualcuno ancor più forte, fai così 3 o 4 volte. Chi vuoi che se ne accorga?

-commento a pagina 666 del manuale

Tutti. Almeno una volta nella vita vi sarete chiesti: “ma se Freezer avesse scoperto le sfere del drago ai tempi di Goku bambino?” La provvidenza eh? No, è storytelling teleologica e lineare. Sì ok, mi direte che non era possibile poiché il freddo alieno ne è entrato a conoscenza solo grazie ai Saiyan, che per forza di cose, erano coetanei di Goku bla bla bla; o forse direte ” è un battle shonen, è archetipico che sia così!”, ma la seconda è una risposta metanarrariva mentre la prima è corretta; ma io vi dico che non state afferrando il punto, ipotetici critici. Non ci sta archetipo o risposta narrativa che tenga: la linearità non è l’unica via possibile. Esistono shonen che conoscono un effetto “rimbalzo” da un gradino ad un altro e l’impiego della strategia e dunque non tanto quantità bensì modalità d’uso [se non capite di cosa cazzo stia parlando, scrivetemi in pvt. Ho dei limiti editoriali e indole pigra. salutones, NdR].

Scegliersi un protagonista molto forte sembra dunque essere spesso e volentieri una scelta davvero problematica. Il tutto mi ricorda quando ero piccolo, e con i miei amici, inventavamo eroi facendo incetta di super poteri.

D: no ehi ehi, la super forza è mia!

B: allora io ho la telecinesi!

D: e io l’invulnerabilità

B: …a me è tipo Doctor Manhattan!

D: eh va be’ ma sei stronzo allora

-estrapolato da un brainstorming fra Dan Slott e Brian M. Bendis

Fortuna vuole che Dc non mi abbia mai contattato per darmi in mano una serie…eeeh già, la sfacciata fortuna di esser bambini. Pensateci, quante storie di Batman o Daredevil davvero fighe conoscete? Tante eh? E invece già di Superman ne ricordate un po’ meno e perché nessuno ha scritto di Darkseid? Di Thanos abbiamo avuto molte belle storie, le quali perlopiù avevano a che fare con una morbosa ricerca. Di base sempre la stessa, piuttosto irraggiungibile ( e quindi ci rituffiamo a bomba nelle stesse premesse, ma con dinamiche diverse). Con un personaggio perfettissimo, fighissimo, bellissimo, fortissimo – secondo la mentalità fanciullesca “del più forte è più meglio” – hai obiettivamente meno tasti da toccare. Da bambino non sogneresti mai un super eroe turbato, complessato, stanco, psicopatico però poi, manco sai come, ami Batman e Rorschach. Fa parte della pubertà, o forse è colpa dello zinco nel sesamo. Non lo so.

Sì tutto molto bello, ma poi c’è Saitama…

Power! Get power! ADORENARIN afuredasu ze!
Power! Get power! kitaeta waza o buchikamase!

Un’opera che mi ha chiuso la bocca in modo abbastanza definitivo. Hai un tizio mooolto potente che, giustamente, si annoia… ma non ti annoia. Non viene depotenziato né gli mettono davanti tizi più forti di lui, lui picchia tutti indistintamente nel modo più semplice e immediato possibile e tu ti diverti. Punto. Con un brillante equilibrio di comicità e violenza gratuita, in cui perennemente hai a che fare con il cliché del super eroe tanto potente quanto pieno di sé (e tu cacchio sai benissimo che in confronto a Saitama sono tutti minacciosi tipo grande puffo) e con antagonisti sempre più casuali. One punch man riesce nel difficile compito di non annoiare, dimostrando come sia possibile gestire un protagonista quasi onnipotente senza compromessi. Pur nella semplicità della trama, è evidente come lo sceneggiatore – One – non sia assolutamente assimilabile al me bambino; vi è indubbiamente molta cura nel riempire di contenuti un’opera che non vuole orizzontarsi al puro super eroismo. Ad arricchire il tutto troviamo interessanti dinamiche sociali fra super eroi, una gerarchia da scalare (sì ok, forse il tema della sfida-gradoni alla shonen permane) ed una piacevole curiosità nello scoprire le peculiarità degli eroi più amati. Sapere perennemente che Saitama sia comunque il più forte di tutti non impedisce al geek di turno di fomentarsi a bestia nel vedere in azione il primo eroe di ogni categoria. Molto umorismo, splatter quanto basta, cattiveria gratuita ed un ottimo gioco di stereotipi; tutti ingredienti che, con la sapiente aggiunta di Saitama quando e dove serve, restituiscono un prodotto divertentissimo pur nella continua consapevolezza che basterà un pugno…nemmeno troppo serio.

mh, ricorda il finale di qualche film…

Messe così le cose, sembra che solo in oriente sia possibile creare qualcosa di simile, ma nel parlarvi di Thanos sono stato stronzo a non introdurvi Donny Cates. Chi è costui? …veramente? è l’ultima scoperta Marvel: uno sceneggiatore che sta guadagnando sempre più ammiratori (ma alcuni lo vogliono morto, ok) che proprio con Thanos ha provato (riuscendoci) a scrivere un qualcosa di simile a One punch man, ma senza umorismo. Una macchina da guerra inarrestabile che alla fine vince e, inevitabilmente, si annoia. Un protagonista dai poteri divini proprio come ce lo ricordiamo da antagonista (perché una delle cose che più fanno incazzare è vedere un antagonista imbattile che appena si trova ad essere protagonista di una sua storia diventa un Criin di turno); è una storia di cui vi parlerò in un prossimo articolo, ma vi dico già che è sicuramente uno dei quei volumi da leggere, perché intrattiene, davvero tanto. Di esempi ce ne stanno tanti, di recente al cinema abbiamo conosciuto Capitan Marvel, nelle sue vesti davvero op, la scalata trascendentale nella serie tv Supernatural e chi più ne ha più ne metta. Forse non vedremo mai una storia che abbia per protagonista il Tribunale vivente o lo Spettro, perché obiettivamente ingestibili; ma una storia ricca di brutti ceffi da picchiare può comunque esserci (soprattutto se ci concentriamo su altri contenuti oltre a questo) senza rinunciare ad un protagonista letale. Pensiamo a Kenshiro o ancora a Saitama, a Thanos o il Doctor Manhattan. Esseri devastanti, che oltre a ad essere mietitrebbie con le gambe, hanno tanto da dire: mostrandoci un mondo a pezzi, anteponendo la gloria per ciò che davvero conta, ricercando il proprio amore o semplicemente giocando a fare Dio. Saranno anche annoiati, ma non sono noiosi.


Zeno

Laureato in filosofia, maestro d'ascia e immenso mentitore. Passa le sue giornate ad acquistare fumetti che forse un giorno leggerà e mai recensirà. Fra le altre cose è degno di sollevare mjolnir, ha un anello delle lanterne verdi nel cassetto ed è il cugino di Hegel.