Un ospite d’eccezione, Michele Buchicchio, ha voluto comunicarci a distanza di alcuni mesi il suo pensiero riguardo l’ultimo capitolo di God of War.

Questo 2018 è stato un anno denso di pubblicazioni videoludiche sin dai primi mesi, continuando sulla scia di quanto accaduto a fine 2017.Uno dei primi colpi è stato battuto da Sony, ad aprile, con l’uscita di God of War, reboot della saga sviluppata da Santa Monica Studio e giunta, ormai, all’ottavo capitolo. Primo episodio realizzato esclusivamente per PS4, è stato annunciato in grande stile, con tanto di orchestra dal vivo, all’E3 2016 ed è stato rilasciato il 20 aprile 2018, ottenendo reazioni estremamente positive e diventando il videogioco in esclusiva ps4 più venduto.

Il “Dio della Guerra” Kratos mancava sugli scaffali dal 2013, anno di uscita di God of War: Ascension, prequel della saga. Era, quindi, pronosticabile il grande interesse nei confronti di questo titolo. Da grande fan della saga, ho effettuato il preordine già molti mesi prima e ho contato con trepidazione i giorni che mancavano all’uscita, ansioso di conoscere il prosieguo della storia di Kratos dopo il finale aperto e, per certi versi, scioccante di God of War III, capitolo che più ho apprezzato, giocandolo diverse volte sia su PS3 che su PS4.

Tuttavia, con l’approssimarsi del D1, ho iniziato a nutrire dei dubbi, con il timore di trovarmi davanti ad un gioco totalmente diverso dalle mie aspettative. Purtroppo questi dubbi erano, per me, ben fondati. È da premettere che ho incontrato pochissimi giochi in grado di, quantomeno, tenere il passo in quanto a direzione artistica e level design. D’altro canto, molte
cose mi hanno lasciato insoddisfatto. Innanzitutto il gameplay, che era forse il vero punto di forza dei precedenti capitoli: frenetico, vario, anche grazie alle numerose armi disponibili, e favorito dalla telecamera che permetteva di inquadrare perfettamente l’ambiente di gioco.

Nell’ultimo God of War mi è apparso leggermente macchinoso e decisamente più lento, essendo anche diminuito il numero di nemici presenti contemporaneamente in scena. Non aiuta, inoltre, la nuova arma di Kratos, l’Ascia del Leviatano, anche se, a circa metà gioco, si ha un lieve miglioramento.

Alcune difficoltà sono causate anche dalla telecamera; sono, tuttavia, marginabili e superabili con il progredire del gioco. Inoltre, l’inquadratura senza soluzione di continuità è una trovata geniale e ben riuscita, che va anche a giustificare in buona parte alcune imperfezioni in questo ambito.

Essendo un reboot, è comprensibile la scelta di caratterizzare Kratos in modo totalmente diverso, dipingendolo stanco, a causa delle esperienze già vissute, e più “umano”, essendosi trovato a badare al (molto fastidioso) figlio Atreus. Conserva, comunque, i modi burberi, il coraggio e l’irascibilità, anche se più smussata, che lo contraddistinguevano. Di contro, i nemici principali sono molto più anonimi e, in quelli secondari, manca la varietà a cui eravamo abituati e si ritrovano spesso gli stessi modelli.

Le boss battle si sono drasticamente ridotte e non sono ai livelli di quelle contro Ares, Ade, Ercole e, soprattutto, Zeus. Infine, un altro punto debole è, per me, la trama stessa, che ho trovato molto forzata e vuota, ridotta a un pretesto per presentare al videogiocatore l’ambientazione nordica in cui Kratos si ritrova.

Una piacevole sorpresa è stata la figura di Mimir, il più saggio dei nove regni, il quale racconta a Kratos e Atreus molte delle vicende riguardanti gli dei Aesir e Vanir. È anche vero che questo God of War avrà diversi sequel in cui, sicuramente, saranno trattate meglio e in modo più esaustivo le infinite sfaccettature della mitologia norrena. Infatti, i 2 cliffhanger sono davvero molto interessanti e lasciano molte domande a cui dare una risposta.

Appare evidente, quindi, che questo gioco non mi abbia pienamente convinto; nel complesso lo reputo un buon gioco ma non riesco proprio a definirlo un capolavoro. Sono certo che mostrerò lo stesso interesse anche per il prossimo capitolo, che comprerò sicuramente all’uscita, fiducioso nel lavoro di Santa Monica Studio, nella speranza di veder soddisfatte le mie aspettative.


Devix

Cresciuto imbracciando ogni sera Gameboy e fumetti durante la visione di un film, ho iniziato a interessarmi ai format dell'intrattenimento fin da bambino, seppur maturando solo più avanti una visione critica. Ad oggi studio in un ambiente che spero mi consenta di confermarmi nel settore, cercando di arrivare a conoscere in maniera sempre più profonda ogni possibile opera; ovviamente sono anche in grado di sollevare il martello di Thor.